Sin dagli inizi (1960/70) la pittura di Luigi Paracchini si esprime con forti riferimenti all’espressionismo; dagli anni ottanta si muove definitivamente nell’area bidimensionale, dove le masse decolorate e ridipinte unitamente al segno su vari materiali di supporto, si mescolano a testi di scrittura appena leggibili tesi ad evocare luoghi di memoria. Negli ultimi lavori fa spesso ricorso al colore puro: blu, giallo e rosso con forti dissolvenze che rafforzano l’importanza del segno. Da quest’ultimo periodo attraverso un numero di opere selezionate che rafforzano ed esaltano i cromatismi del colore rosso, l’artista propone la sua mostra presentando lavori che datano dal 1995 al 2016: quasi un itinerario di lavoro dedicato al colore rosso, dove la tentazione monocroma dà spazio a bagliori diffusi sulla superficie delle varie opere, senza tuttavia risultarne protagonista.