Negli spazi della galleria LuPier di Gardone Valtrompia, la bresciana Maria Tegoletti propone il suo «privato» deposito di memoria. La procedura espressiva è peculiare: utilizza plastiche trasparenti, su cui depone macchie, tratti, segni, percorsi; utilizzando il supporto come «deposito», di giorno in giorno, di tempo in tempo, traccia segni, che ubbidiscono a suggestioni e stimoli diversi: incontri, impulsi improvvisi, emozioni anche.
Il supporto raccoglie, lascia intravedere, in un certo senso unifica; poi, ribaltando l’ordine operativo, la pittrice chiude il «deposito» con un cartoncino bianco e la plastica trasparente si mostra nella complessità di un’immagine costruita attraverso strati cromatici, vuoti, sobbalzi dell’animo che l’artista ha lasciato cadere sul supporto; con l’avvertenza, se mai ce ne fosse bisogno, che i segni più vicini allo sguardo del lettore sono i primi depositati; a mano a mano i segni si allontanano dalla superficie trasparente rovesciata, si scorgono le tracce lasciate cadere in tempi successivi.
L’opera che viene proposta diviene un raccoglitore pieno di suggestioni, costruito sostanzialmente sul bianco e nero, anche se non mancano altre presenze cromatiche, altre intrusioni di materiali; un’immagine che nel suo insieme appare come una mappa mentale, elaborata su scarti, vibrazioni, tratti verticali e orizzontali, a scandire una misura; o una non misura.
La giovane autrice sperimenta da qualche tempo questa procedura: una sorta di recupero colto del dadaismo schwitteriano.
M.CORRADINI. da Brescia Oggi del 18 giugno 2011