È nata il 17 luglio del 1960 in una cascina della campagna bresciana nella quale trascorrerà l’infanzia e l’ adolescenza. La vita a stretto contatto con la natura e con i ritmi biologici della campagna inciderà notevolmente nella formazione della sua personalità, forgiandole un carattere ribelle e poco incline alle imposizioni delle mode e delle convenzioni, ma ben ancorato ai valori morali e vitali. Il suo viaggio artistico inizia nel 1980 frequentando studi dei maestri A. Foglia (ceramista) e V. Moreschi, che le trasmetteranno l’amore e la passione per l’arte autodidatta. Attraverso diversi linguaggi è alla ricerca di sensazioni nuove, mantenendo un equilibrio strutturale; il colore le permette di trasmettere la voglia di vivere, di addentrarsi nella sperimentazione di nuove vie emozionali inventando nuovi equilibri e dialoghi in sintonia con la natura cangiante che diffonde il messaggio dell’arte. Luciana Gallina vive e lavora a Concesio (BS), ma ha uno studio anche a Calcinato nella cascina di famiglia. Hanno scritto di lei: Pia Grazioli, G. Maccarinelli. Ha partecipato ad alcuni concorsi ottenendo spesso premi e riconoscimenti, tra i quali nel 2001 il 2° premio a Calcinatello.
Il rito di passaggio è un rituale che segna il cambiamento dell’individuo da uno status socio-culturale ad un altro, cambiamenti che riguardano il ciclo della vita individuale; il caso paradigmatico è quello dei riti di iniziazione, ma anche altri avvenimenti come la nascita, l’unione in coppia, l’esclusione dal gruppo possono essere gestiti socialmente mediante tale tipologia di riti. Il rituale si attua, il più delle volte, in una cerimonia o in prove diverse. I lavori di Luciana Gallina, realizzati dal 2009 al 2010, raccontano questi accadimenti/riti di passaggio che tutti noi viviamo. E’ evidente in questa serie degli animali in transito il desiderio di sperimentare, di trovare un nuovo linguaggio attraverso la ripetizione di una forma facilmente riconoscibile e trattarla, ripeterla con tecniche diverse: l’uso di molti passaggi e mescolanze di colore su tavola o su tela, la forma stessa viene talvolta utilizzata come una matrice o incollata direttamente sulla superficie pittorica rifiutando così l’appiattimento del supporto. L’analisi etimologica del termine “ripetere”, dal latino repetere, in origine “dirigersi di nuovo verso qualcuno”, nella sua radice indeuropea indica “il movimento attratto istantaneamente verso una meta”. Del resto la ripetizione è per l’uomo un’operazione vitale. Lo si vede bene osservando come stanno le cose. A livello biologico c’è vita, se c’è continuità e ritmo ovvero ripetizione creativa. L’uomo dunque ha bisogno di conferme nella percezione e nell’affezione al reale e gli animali in transito siamo noi. I lavori di Luciana Gallina vogliono testimoniare proprio questo: i grandi cambiamenti che fanno paura e allo stesso tempo entusiasmano, la fatica ad adattarsi alle nuove regole del gioco. Raffaella Fracassi Maggio 2010